SUONATA LA BANDA

di Ivan grozny

È un dramma sociale prima che calcistico. Perché in Argentina, ancora più che in qualsiasi altro Paese, il pallone è un mezzo per manifestare il proprio orgoglio, la propria appartenenza, e  di rivalsa politica. Il River Plate in serie B non rappresenta soltanto la sconfitta di una società di calcio ma è ragione di sconforto e di rabbia per tutti coloro che nei Millonarios vedevano rappresentata una forma di riscatto sociale.
E forse è proprio su questo che si dovrebbe riflettere, come può un team, un club, scatenare tanta passione, aspettativa, disperazione. E rabbia.

Perché non succede solo con il pallone, basta pensare a quanto è accaduto in Canada con le finali di hockey, la Stanley Cup, tra Vancouver Canucks   (http://canucks.nhl.com/)  e i Boston  Bruins    (http://bruins.nhl.com/club/roster.htm) che è finita con scene di guerriglia e che passerà alla storia per la famosa foto del bacio in mezzo agli scontri  (  http://www.newnotizie.it/wp-content/uploads/2011/06/bacio-vancouver_650x435_0-294×196.jpg  ).
Insomma, quanto è accaduto a Buenos Aires non stupisce affatto. La rabbia dei sostenitori del River, la ferocia con cui si sono scagliati contro i loro “beniamini” era in qualche modo annunciata. Intanto bisogna dire che scene di violenza nel campionato argentino non sono così rare. E bisogna anche sottolineare che il proprio i supporters del River Plate sono guidati da gruppi che usano la violenza per imporsi e imporre i propri affari. Prima la tifoseria aveva una guida unica, che una volta eliminata, con due colpi di pistola mentre passeggiava con il proprio cane appena fuori casa a Buenos Aires, la curva di fatto è stata divisa in due fazioni che solo in questa occasione, prima nell’incitare, e poi nel contestare e devastare, si sono trovate unite.
Infatti, i temuti ultrà della ‘Barrabrava’ avevano annunciato che, se l’epilogo fosse stato retrocessione, guerra sarebbe stata. Una situazione che era nell’aria, a dire il vero. E non solo per il risultato dell’andata, con la sconfitta per 2 a 0  a Cordoba contro il Belgrano, squadra di Primera B Nacional.
Tutto nasce dall’allegra gestione dell’ex presidente Aguilar, che, semplificando, possiamo dire che sia fuggito con la cassa e tutti i soldi. Costringendo alla crisi il club. Ora è Daniel Passarella il presidente, ma non ha potuto nulla di fronte a un indebitamento  tanto grande. Passarella è stato in passato nemico storico di Maradona, e rappresenta quella parte di calciatori argentini, che, diciamo così, non vive con il mito del Che. Al contrario di Diego, appunto, ma anche di J. S. Veron, Caniggia, Zanetti e molti altri. Ma ultimamente queste distanze si sono assottigliate di fronte a una questione molto pratica, liberarsi del Presidente della federazione argentina (AFA),  Grondona, che passati regimi, la guerra delle Malvinas, la crisi economica e tutto ciò che tralasciamo ma che è accduto, mantiene saldissimo il suo potere.
E qualcuno dice che anche questo può avere determinato questa catastrofe sportiva. Chi lo sa..
Di sicuro la situazione de “la banda”, così anche chiamato il River per la caratteristica striscia rossa che taglia in due la maglia dei Millonaros, era già critica prima di questo doppio confronto. Ora la serie B. Sono cose che è difficile aspettarsi che possano accadere, perché certi club appartengono al gotha dello sport, e non si può pensare che possano mai vivere delusioni così grandi. Una macchia in 110 anni di storia. Incancellabile. Metà argentina piange, l’altra esulta. Increduli tutti, comunque.
Le immagini del dopo partita colpiscono non poco. Non c’è solo delusione, tra i giocatori del River. C’è scoramento, incredulità:  http://www.youtube.com/watch?v=RtBbLpl7tPk   . La consapevolezza di avere intaccato un mito, consci che nessuno mai dimenticherà cosa è accaduto questa stagione. Di essere entrati nella storia per il motivo sbagliato. E soprattutto i più giovani, quelli su cui si puntava per portare soldi freschi nelle casse del club, dopo una loro cessione, le loro valutazioni sembrano decisamente avere perso quota dopo questa retrocessione. E ci riferiamo a Funes Mori, a Lamela, che hanno dimsoptato i loro limiti e di non essere così pronti al palcoscenico europeo. Ma anche altri hanno deluso non poco. La gente ha salvato solo Almeyda, il vecchio capitano. Insulti per Carrizo , l’ex portiere della Lazio che è stato protagonista (  http://www.calciopro.com/argentina/video-la-papera-di-carrizo-in-boca-juniors-river-plate/  )di una stagione orrenda, come dimostra l’incredibile serie di errori che ha collezionato in questa stagione.
Rabbia, da parte dei tifosi, e scoramento dei giocatori del River. Immagini (  http://www.youtube.com/watch?v=LVQj8XtZQ8Y  )che toccano non poco, e che umanizzano atleti che spesso siamo abituati a vedere come poco partecipi ai drammi sportivi che vivono i tifosi e appassionati. Ma non è questo il caso. E poi in Argentina non sarebbe possibile. La squadra ha dormito tre giorni dentro al Monumental, lo stadio del River. Per la paura delle contestazioni, di non potere raggiungere lo stadio in tempo  fermati da una folla che avrebbe potuto essere inferocita. Gli allenamenti li ha diretti Passarella stesso, e credo sia una novità assoluta per un presidente, per quanto sia un ex allenatore oltre che un ex giocatore. Angel Cappa, il tecnico ex Huracan  che è stato chiamato ad aprile a guidare il team, non ha saputo cambiare le sorti di questa stagione. La partita si è giocata quindi in un clima esasperato, http://www.youtube.com/watch?v=75Apek9sfxw  e questo è andato tutto a vantaggio della squadra di Cordoba.
Un’ultima considerazione. C’è un diritto divino che fa si che certi club non debbano mai provare l’onta della retrocessione?
Pochissimi top club hanno vissuto questa che è un’esperienza che segna. In Italia è accaduto al Milan (due volte) e alla Juventus. Ma è difficile pensare possa succedere ancora, o capitare al Real o al Manchester United, per intenderci. Ma non si può mai sapere.
Dopotutto, se qualcuno avesse chiesto a un tifoso del River, qualche anno fa, se temeva di finire in Primera B Nacional, questo avrebbe risposto con una grassa risata..
Più di sessantamila persone in uno stadio che può contenerne al massimo quarantamila, dopo i ritocchi in vista della Copa America  http://www.ca2011.com/jogos_todos.php , squadra asserragliata all’interno dello stadio anche ore dopo la fine dalla partita, città messa a ferro e fuoco, feriti e arresti.
Questa la sintesi del match che nessuno si sarebbe mai aspettato di vedere giocare che invece è diventato non solo l’evento calcistico dell’anno, in Argentina, ma anche una data che segna decisamente la fine di un’epoca che cambia, di fatto, la storia del futebol argentino…

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